La birra artigianale italiana sbarca in Irlanda



Chi l’avrebbe mai detto? Che proprio in Irlanda, dove la birra è tradizione, cultura e da sempre l’occasione di incontro fra amici e conoscenti, potesse approdare la "buona" birra italiana; parlo di quella artigianale, ben fatta, di qualità.

Insegna all'esterno di un pub a Dublino
Proprio lì, nella Dublino di James Joyce, dove anche l’illustre scrittore fa dire a Leopold Bloom, nel suo romanzo 'Ulysses': “Good Puzzle would be cross Dublin without passing a pub” (Sarebbe un bel rompicapo attraversare Dublino senza incrociare un pub), a testimonianza di quanto nell’"isola di smeraldo" il pub costituisca un punto di riferimento per i suoi abitanti, di quanto sia da sempre il centro della vita quotidiana.

Proprio lì, dove la produzione della Guinness la fa da padrone, dove questa birra scurissima nata a metà del 1700, conosciuta in tutto il mondo, è entrata direttamente nell’iconografia dell’Irlanda e del suo stile di vita.

Ebbene, proprio domenica scorsa 15 Novembre mi sono trovata a passeggiare con amici nella zona dell’"Italian Quarter” nel centro di Dublino, proprio vicino al fiume Liffey che divide in due la città, e con piacere mi sono immersa nel festival della birra artigianale italiana.
Durante “Quartiere In Fermento” - nome che evidentemente gioca con le parole e il loro doppio senso - si sono ritrovati cittadini del quartiere e non - italiani e irlandesi, turisti e residenti - a bersi una buona birra italiana e a godere della mitezza climatica che ha graziato il pomeriggio dublinese.
Quattro i birrifici italiani presenti - ciascuno con almeno un paio di etichette - tra i migliori e più riconosciuti produttori indipendenti di birra artigianale:
- il Birrificio Foglie d’Erba, con sede a Forni di Sopra, in provincia di Udine
- il Birrificio Montegioco, della provincia di Alessandria
- Extraomnes, della provincia di Varese
- Loverbeer, con sede a Marentino (TO)

Tutti loro hanno vinto il prestigioso premio italiano “Birraio dell’Anno”, e vantano una produzione artigianale fatta con ingredienti locali e metodi di invecchiamento che fondono la tradizione dell’Europa del nord con quella italiana, da sempre più dedicata all'enologia. La vocazione è chiaramente quella di creare una cultura della birra ‘italiana' autentica e di qualità. Credo che manifestazioni come questa siano preziose per promuovere tutto ciò anche fuori dai confini del 'Bel Paese'.

Ad accompagnare la degustazione non è mancato ottimo cibo e buona musica.
Degni di nota i buonissimi cannoli siciliani - in 3 varianti; classica, con cioccolata bianca o cioccolata scura - realizzati dai pasticceri di “Dolce Sicily", grazioso locale italiano del centro città. E per chi voleva chiudere gli occhi e sentire i familiari sapori di sagra italiana un immancabile panino con la salsiccia toscana.

Non mi resta quindi che augurare nuove frontiere per la birra italiana e nuove tradizioni da esportare.

Prosit!

Marialetizia Mari
per A Tavola con il Sorriso
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